Evasione salgariana: avventura ed esotismo

نوع المستند : المقالة الأصلية

المؤلف

كلية الالسن جامعة المنيا قسم اللغة الايطالية

المستخلص

Consapevolmente Salgari rifuggì dalle tortuosità e dalle “lentezza” caratteristiche di molta produzione del suo tempo. Molte delusioni hanno incontrato coloro che hanno cercato di smontare il “giocattolo letterario” di Salgari al fine di metterne in luce i congegni più segreti. Egli era un autore dallo stile “leggero”, in più casi oscillante o addirittura incerto (per grafia o per registro), ma non per questo approssimativo: la trama, il ritmo del racconto, la scelta attenta dei termini avveniva sempre ricorrendo al grande emporio linguistico, geografico e naturalistico che aveva accumulato nel corso degli anni attraverso letture onnivore.
Con l’avventura salgariana restiamo con la precisa sensazione che qualcosa o tutto si è perduto, e che, smontato e distrutto il giocattolo, ci sfugga ancora il segreto del suo funzionamento e ci resti ignoto il meccanismo di produzione del piacere che si sono date per spiegare il successo dello scrittore veronese, da quelle sociologiche (i romanzi salgariani come realizzazione di aspirazioni piccolo-borghesi), a quelle psicanalitiche, hanno senza dubbio una loro verità, anche se non esauriscono il significato della sua opera.
È certo che Salgari non possedeva il dono del cambio di marcia, ovvero della varietà e dell’aumento di impeto della narrazione. Nonostante l’ampia geografia delle avventure raccontate, il salgariano uso dell’esotismo palesa comunque i limiti di una uniformità compositiva e di una superficialità contenutistica; ossia mostra le ristrettezze di uno schematismo che rifugge dall’illuminante approfondimento tematico.

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